
14 Ago Apparato Tegumentario
Generalità
L’apparato tegumentario è costituito dalla cute e dagli annessi cutanei, su di essa distribuiti con diversa funzione e densità, rappresentati dalle unghie, dai peli e da ghiandole di vario tipo, fra cui anche la ghiandola mammaria, situata nella compagine della mammella.
La principale funzione dell’apparato tegumentario è quella di difesa dell’organismo da potenziali danni esogeni di natura chimica e fisica (in particolare termici, luminosi e meccanici) nonché da insulti biologici dovuti a batteri, funghi e virus.
Oltre a questa funzione l’apparato tegumentario svolge anche funzioni di assorbimento ed escrezione (soprattutto sudore), importanti per la regolazione dello scambio di calore con l’esterno.
Inoltre, essendo ricco di terminazioni nervose sensitive, la cute si presenta come l’organo di senso più esteso del corpo.
Cute
La cute è l’organo più esteso e pesante dell’intero corpo umano, con 2 metri quadrati di superficie per 15 kg di peso, con differenze che sono ovviamente legate al sesso e all’individuo.
Essa forma il rivestimento di tutto il corpo, e si continua con le mucose degli apparati digerente, urogenitale e respiratorio; ha vario spessore a seconda della zona, ed è minimo al livello del pene, della membrana timpanica e delle palpebre (0.4 mm), e massima a livello del palmo di mani e piedi, della nuca e del dorso (4 mm).
Essa inoltre aderisce in maniera differente ai piani sottostanti a seconda della zona, essendo piuttosto aderente, per esempio, in corrispondenza della pianta del piede, sulla cresta iliaca, sull’acromion, sulla faccia anteriore della tibia, mentre risulta facilmente sollevabile e mobile soprattutto nelle zone in cui si trovano delle articolazioni.
Il colore della cute varia non solo da razza a razza, ma anche da individuo a individuo, e dipende da tre fattori: il colorito del sangue che vi circola, la presenza di pigmenti sottocutanei e il colore proprio della cute stessa, che è in grado di variare il suo grado di assorbimento della luce.
La cute si presenta liscia, ma caratterizzata da numerose irregolarità che ne compromettono la riflessione della luce e quindi la lucentezza: queste irregolarità sono le depressioni puntiformi, date dall’emergenza dei peli e dagli orifizi delle ghiandole sudoripare, i solchi superficiali, alla cui corrispondenza emergono i peli, e che dividono la superficie della cute in aree poligonali che danno l’aspetto caratteristico di cute ad areole, i solchi profondi, che si trovano invece nelle zone della cute sprovviste di peli e si dispongono a decorso parallelo determinando la cute a creste (palmo delle mani, pianta del piede, falangi distali), le pieghe, più profonde ed evidenti dei solchi, che si localizzano in regioni determinate sia in rapporto al meccanismo di insorgenza (pieghe muscolari, pieghe articolari) sia in relazione alla loro struttura che determinano un’aderenza più o meno accentuata sui piani profondi.
La cute è formata da tre strati che differiscono per struttura, per localizzazione, per proprietà e per derivazione embriologica.
L’ipoderma, o strato sottocutaneo, è lo strato più profondo della cute e si fissa alle fasce muscolari, al periostio o al pericondrio.
Esso è diversamente distribuito a seconda della razza, del sesso e della regione corporea, variando da uno spessore di 5 mm ad uno spessore di 2 cm; può essere formato da connettivo lasso ricco di fibre elastiche, anche se molto spesso esso presenta l’infiltrazione di adipe (pannicolo adiposo sottocutaneo), il quale spesso si infiltra in maniera consistente.
Le principali funzioni dell’ipoderma sono quelle di ammortizzazione e di sostegno, anche se vi va aggiunto quello di riserva energetica, dato l’adipe che contiene.
Il derma è una membrana biancastra distendibile ed elastica, di spessore variabile da 0.3 mm a 4 mm; è costituito da una sostanza fondamentale amorfa in cui sono immerse cellule e fibre connettivali.
Viene suddiviso in due strati, uno strato reticolare, una lamina costituita di fasci collageni ed elastici, che se va incontro a distensioni eccessive (per esempio a seguito di un parto) può determinare la rottura delle fibre e la formazioni biancastre, soprattutto a livello addominale, le smagliature, lo strato papillare, che è formato da sporgenze, le papille dermiche, che si insinuano nell’epidermide, e che risulta meno denso dello strato reticolare pur essendo anch’esso ricco di fibre collagene ed elastiche.
Le funzioni del derma sono quelle di sostegno e vascolarizzazione per l’epidermide e quella di difesa e rigenerazione date dalle cellule connettivali che contiene, che permettono di combattere infezioni e di riparare ferite.
L’epidermide aderisce saldamente al derma sottostante mediante l’interposizione di una membrana basale, e soprattutto grazie ad un vero e proprio cemento viscoso stabilizzante.
L’epidermide è un epitelio pavimentoso pluristratificato, il cui spessore varia da 50 micron a 1.5 mm; la stratificazione rispecchia la maturazione delle sue cellule, i cheratinociti, da cellule basali a squame completamente cheratinizzate; frammiste ai cheratinociti si osservano nell’epidermide altri tipi di cellule, soprattutto melanociti.
Al livello più profondo dell’epidermide, quello basale, i cheratinociti sono prodotti per mitosi dei cheratinociti basali; successivamente le cellule dell’epidermide salgono verso l’alto attraversando tutti gli strati dell’epidermide, prima quello spinoso, poi quello granuloso e infine quello lucido e corneo; nel salire la cellula matura, andando prima incontro a morte e poi diventando una lamella cheratinizzata.
L’epidermide è la prima barriera dell’organismo contro i danni meccanici esogeni, l’essiccazione cutanea, e l’invasione batterica dell’organismo; interessante è poi la proprietà biologica della pelle di adattarsi alle diverse situazioni, cambiando i propri caratteri morfologici, per esempio con la pigmentazione dovuta all’esposizione ai raggi ultravioletti.
Unghie
Le unghie sono formazioni cornee semitrasparenti, a convessità superiore, che ricoprono la falange distale delle dita e aderiscono strettamente al piano sottostante, detto letto ungueale.
Constano di tre parti, una radice, un corpo e un’estremità libera; la radice e il corpo sono accolti con le loro estremità in una doccia cutanea semilunare, detta solco ungueale, e ivi ricoperti da una piega, il vallo ungueale; la radice termina con una zona bianca, la lunula, più sviluppata nel pollice; il corpo appare di colorito roseo per trasparenza del derma sottostante, ma se sollevata, presenta il colorito giallastro tipico delle formazioni cornee; l’estremità libera no contrae rapporti con il letto ungueale, e si presenta di lunghezza variabile a seconda dell’accrescimento e dell’usura.
L’unghia è caratterizzata da cellule trasparenti relativamente permeabili all’acqua e risultano sovrapposte come le tegole di un tetto.
Il letto ungueale è dato dallo strato germinativo dell’epidermide che, a livello della lunule, prende il nome di matrice ungueale, e le cellule che ne derivano progrediscono in senso distale invece che dal basso all’alto.
Al contrario che nei peli, l’accrescimento dell’unghia è continuo, anche se di intensità differente da zona e da periodo.
Peli
I peli sono annessi cutanei cornei conformati come sottili filamenti che si dipartono dalla cute e sono presenti su quasi tutta la superficie corporea.
Si notano differenze non solo nella distribuzione degli stessi peli nei diversi sessi e razze, ma anche nei diversi distretti corporei, essendo folti, sia nel maschio che nella femmina, sul cuoio capelluto, sul pube e nel cavo ascellare, mentre sono radi e molto fini in altre zone.
I peli presentano sensibili differenze di diametro e lunghezza, e vengono perciò distinti in capelli, sul cuoio capelluto, barba, sulle guance e sul mento, ciglia, sul margine libero delle palpebre, sopracciglia, sul contorno superiore dell’orbita, vibrisse, nel vestibolo del naso, e tragi, all’imbocco del meato acustico esterno.
Il colore dei capelli, come quello degli altri peli, varia dall’individuo, dalla razza e dall’età: soprattutto nei bianchi, si hanno variazioni del colore che comprendono il biondo, rosso, nero e castano, con le rispettive sfumature; nelle altre razze prevale il nero.
L’impianto dei peli nella cute è obliquo, e segue linee dette correnti, che hanno andamento a spirale, e terminano in un punto centrale detto vortice.
Nel pelo si distinguono una parte esterna, il fusto, un sottile bastoncello di cheratina, di spessore variabile da 15 a 80 micron, con una superficie caratterizzata dalla presenza di minute scaglie disposte a tegola, ed una interna, la radice.
In sezione trasversale, nel fusto, si possono osservare tre strati concentrici, che, dall’esterno all’interno, sono la cuticola, la corteccia e la midolla.
La radice è circondata per gran parte della sua lunghezza da un involucro epidermico, la guaina della radice, e risulta contenuta in una formazione sacciforme, il follicolo pilifero, formato da un infossamento dell’epidermide sotto la quale si trova connettivo.
L’estremità profonda della radice costituisce il bulbo pilifero, il quale si presenta come una formazione biancastra posta all’estremità della radice le cui dimensioni possono anche superare 0.2 mm; alla radice del bulbo si nota una introflessione del pelo dovuta al connettivo sottostante che forma la papilla del bulbo. Annesse al follicolo pilifero sono presenti una o più ghiandole sebacee (e talvolta anche sudoripare apocrine) nonché fibrocellule muscolari lisce che formano il muscolo erettore del pelo, la cui contrazione determina lo svuotamento della ghiandola annessa la pelo ed un erezione del pelo stesso.
Le ghiandole sebacee sono generalmente piccole, e il loro dotto escretore sbocca a livello del colletto follicolare; il pelo, con il suo follicolo e le ghiandole associate forma un complesso detto complesso pilosebaceo.
La produzione e l’accrescimento del pelo sono caratterizzate dall’alternanza di fasi di attività e riposo (ciclo del pelo).
Ghiandole Sebacee
Le ghiandole sebacee sono localizzate con una densità di circa 100 per cm quadrato su tutto il corpo, per lo più in rapporto con un follicolo pilifero; mancano solo nel palmo della mano e dei piedi.
Sono di grandezza variabile da zona a zona e sono particolarmente numerose nelle zone anogenitali e in quelle zone dette seborroiche (cuoi capelluto, viso, petto e dorso).
La ghiandola sebacea è di tipo tubuloalveolare e si trova contenuta nel derma anche se può raggiungere l’ipoderma.
La secrezione è di tipo olocrino, cioè la cellula si disfa e va a far parte del suo stesso secreto che viene eliminato tramite il dotto escretore; il secreto, detto sebo, risulta costituito da materiale lipidico, detriti cellulari e batteri.
Ghiandole Sudoripare Eccrine
Queste ghiandole sono largamente rappresentate in tutto il corpo e mancano soltanto su glande, clitoride, superficie interna del prepuzio, sulle piccole labbra e sulla faccia interna del padiglione auricolare; la maggior densità si ha nel palmo do mani e piedi. Non esistono differenze legate al sesso, mentre per la razza i neri possiedono più ghiandole sudoripare dei bianchi.
Sono ghiandole tubolari semplici di tipo glomerulare che si estendono fino all’ipoderma.
La parte secernente è posta in profondità dove si raggomitola su se stessa e il glomerulo può raggiungere anche un diametro di 1 mm; il dotto escretore raggiunge l’epidermide e sbocca in corrispondenza di una cresta epidermica.
Il sudore eccrino è un liquido incolore, limpido, a composizione variabile da zona a zona; è una soluzione acquosa al 99% e contiene sostanze inorganiche (NaCl) e organiche (urea, acido urico, creatinina, acido lattico) e il pH è intorno al 5-7.5. A temperatura ambiente la sudorazione eccrina avviene in maniera inapparente (perspiratio insensibilis) diventando sudorazione vera e propria per l’azione di fattori fisici, chimici, ambientali, nervosi e metabolici.
Tra le principali funzioni svolte dalle ghiandole eccrine c’è quella della termoregolazione, attraverso l’evaporazione del sudore, con conseguente raffreddamento del corpo e inoltre quella di eliminare sostanze tossiche per l’organismo; infine, grazie alla componente acquosa, partecipa alla formazione del film idropilico della pelle.
Ghiandole Sudoripare Apocrine
Sono poco rappresentate nell’uomo: si trovano solo nell’ascella, nell’inguine, nell’areola mammaria, monte di Venere, grandi labbra, scroto e perineo; nella femmina sono più diffuse e nei neri sono tre volte più abbondanti.
Sono tubuloglomerulari, cioè formate da un dotto escretore rettilineo e una parte convoluta, il glomerulo. Il dotto escretore è ampio, e si apre generalmente in un follicolo pilifero o, più di rado, sulla superficie cutanea.
La secrezione è continua e il secreto viene eliminato per contrazione delle cellule mioepiteliali; il sudore è un liquido opaco, alcalino, ricco di varie sostanze organiche (glucidi, proteine, lipidi) e inorganiche (ferro); la presenza di acidi grassi esterificati può far variare il colore da latteo a giallo, come nel cerume. Per quanto riguarda l’odore caratteristico, si pensa che sia dovuto a fenomeni di decomposizione batterica post-secrezione.
Mammella
La mammella è un rilievo cutaneo, pari e simmetrico, posto nel torace, ai lati della linea mediana. È determinato dalla presenza di un gruppo di ghiandole, particolarmente sviluppato nelle donne in funzione dell’allattamento.
Le mammelle occupano lo spazio tra la 3° e la 7° costa e si estendono in larghezza tra la linea parasternale e la ascellare media; tra le due mammelle si trova uno spazio, detto seno, che corrisponde al corpo dello sterno; la parte ghiandolare si trova al di sopra del muscolo grande pettorale e lateralmente sopra il dentato anteriore.
Il volume, il grado di sviluppo e la forma delle mammelle variano con l’età, con l’età, con il momento funzionale e con il sesso (nel maschio la parte ghiandolare non si sviluppa, per cui l’organo risulta rudimentale); le dimensioni non influenzano la capacità secretoria, in quanto la maggior parte dell’organo è costituita da tessuto adiposo.
Le mammelle, piccole alla nascita, si sviluppano con la pubertà; crescono di consistenza nel periodo premestruale e aumentano di volume con l’inizio della gravidanza; nella menopausa la parte ghiandolare va incontro ad atrofia.
La cute della mammella non presenta particolari differenze rispetto alla cute del resto del corpo, anche se si presenta piuttosto sottile tanto da lasciare intravedere talvolta il ricco corredo vascolare.
L’ipoderma può essere distinto in uno strato superficiale, costituito prevalentemente da adipe che ricopre la ghiandola mammaria fino a i margini dell’areola ed è diviso in logge e lobuli da tralci connettivali, e in uno strato profondo, che presenta scarso adipe, tuttavia sufficiente a permettere lo scorrimento della ghiandola sulla fascia superficiale del grande pettorale.
In corrispondenza della parte centrale della cute, al mammella presenta una superficie pigmentata rotondeggiante, l’areola, di dimensioni variabili, da 3 a 5 cm circa di diametro, di colorito roseo, o bruno dopo l’allattamento, al centro della quale si trova un rilievo, il capezzolo, di circa 1 cm di altezza e 1.2 cm di diametro e occupa, perlomeno nel maschio e nella nullipara, il 4° spazio intercostale; la cute del capezzolo si presenta pigmentata e di superficie rugosa per la presenza di papille e di fossette tra le quali si aprono i dotti escretori della ghiandola mammaria (dotti galattofori) e delle numerose ghiandole sebacee; presenta fibrocellule muscolari lisce simili a quelle dell’areola.
L’epidermide dell’areola presenta una quantità notevole di melanina, mentre il derma è ricco di fibre elastiche; nell’areola si trovano infine ghiandole sudoripare eccrine e apocrine, nonché 10-15 ghiandole areolari che vengono considerate come ghiandole mammarie rudimentali.
La secrezione delle ghiandole areolari è oleosa e fornisce una protezione lubrificante alla cute areolare e al capezzolo durante l’allattamento; la zona areolare è caratterizzata da fasci muscolari spiraliformi che costituiscono il muscolo areolare, la cui contrazione determina la spremitura dei dotti ghiandolari. La ghiandola mammaria presenta forma discoidale con superficie anteriore convessa e posteriore piatta: un suo prolungamenti può estendersi fino alla regione ascellare, formando una piccola massa che può simulare un tumore ascellare o esserne il punto di partenza.
Mentre la faccia anteriore si trova sotto la cute, la faccia posteriore risulta addossata al muscolo grande pettorale, da cui è separata mediante la lamina profonda del connettivo ipodermico.
Il corpo ghiandolare della mammella è costituito da 15-20 lobi, ognuno diviso in lobuli costituiti dalle unità secernenti, gli acini; ogni lobo fa capo ad un proprio dotto escretore (dotto galattoforo), derivato dai dotti lobulari e dai condotti alveolari; prima dello sbocco nel capezzolo, i dotti galattofori si dilatano in ampolle. La mammella inizia la propria attività funzionale con l’allattamento, entro le 24 ore dopo il parto; il secreto prodotto nei primi giorni è detto colostro, successivamente al quale viene prodotto latte.
L’emissione del latte ha inizio con la poppata, la quale, mediante stimolazione riflessa a partire dall’areola e dal capezzolo determina nell’ipotalamo la formazione e l’immissione in circolo di ossitocina, che stimola la contrazione delle cellule mioepiteliali.
Di solito la lattazione diminuisce dopo 5– 6 mesi dal parto e termina dopo circa 9 mesi.
Dal punto di vista strutturale, la mammella maschile è paragonabile a quella femminile, anche se la ghiandola è atrofizzata ed è prevalente connettivo stromale.