Dal CAOS all’UOMO

Dal CAOS all’UOMO

Quando ci si accosta allo studio di una qualsiasi medicina tradizionale, è opportuno rammentarsi che non si tratta di una scienza equiparabile alla nostra medicina moderna, basandosi infatti la prima su nozioni metafisiche, che affondano le loro radici nel mito.

Uno spirito scientifico moderno rifugge, pressoché in modo costante, il sapere trasmesso attraverso la Tradizione.

Quello che differenzia maggiormente questi due metodi conoscitivi è che, nella scienza moderna, ogni nuova scoperta sostituisce, rende obsoleta, la nozione che nello stesso campo la precedeva.

Al contrario, una scienza tradizionale è una scienza rivelata, o mediante un’iniziazione oppure direttamente, nata perfetta, in un’epoca della quale nessun uomo ha ricordo, che si è impoverita attraverso le innumerevoli trasmissioni, da uomo a uomo, sino ai giorni nostri.

Questo rende conto del fatto che gli scienziati moderni ricerchino e lavorino sulle opere più recenti, mentre che i tradizionalisti si affidino a quelle più antiche.

Quello che contraddistingue ulteriormente la scienza tradizionale è la sua appartenenza ad un sapere comune, profondo, identico per tutti i popoli della terra, a condizione chiaramente, che la loro memoria storica ne abbia permesso il ricordo e la trasmissione.

Allora, parlare di medicina cinese, egiziana, africana, etc… significa parlare della medesima medicina, vale a dire della Medicina Tradizionale.

Una delle caratteristiche costanti, in questo tipo di approccio medico, è che l’uomo risulta interamente responsabile dei mali che lo affliggono.

Il primo dovere dell’essere umano, quindi, è nei confronti di sé stesso; egli deve mantenere il suo corpo nel miglior stato possibile di funzionamento e, per fare questo, deve rapportarlo, principalmente per quanto riguarda l’aspetto fisiologico, all’ambiente che lo circonda.

Ogni essere dovrebbe essere in grado di riconoscere l’atteggiamento migliore per acquisire e mantenere uno stato di buona salute e, nel caso contrario, tanto peggio per lui!

Il medico della Cina antica è stato, prima di tutto, un educatore.

Il suo ruolo consisteva essenzialmente nell’aiutare i suoi pazienti, attraverso consigli sul modo migliore di nutrirsi, di comportarsi (facendo svolgere, per esempio, pratiche di tipo meditativo o inerenti alla conduzione del soffio, qi) e nell’indicare il modo migliore per rapportare le proprie regole di vita alla natura. Era inoltre suo compito regolarizzare le energie dei pazienti attraverso l’agopuntura, il massaggio, gli esercizi fisici, le erbe medicinali, al fine di evitare, quindi, la comparsa della malattia.

E’ per questo motivo che il medico era ritenuto responsabile della loro salute e, se i suoi consigli risultavano sbagliati, perdeva allora la sua reputazione.

E’ comunque risaputo come, in ogni tempo, l’uomo sia stato tentato dai più vari atteggiamenti scorretti capaci di alterare il suo stato di salute. Nel primo capitolo del Huangdi Neijing Suwen si legge:

“Per gli uomini di oggi, niente di tutto ciò!

Dell’alcool, fanno la loro minestra,

della cattiva condotta, la loro norma;

entrano, completamente ubriachi, nella camera da letto, lasciano

che le passioni prosciughino le loro essenze

e la dissolutezza dilapidi la loro Autenticità”.

Come si vede, secondo queste poche linee di testo, che trasmettono a noi la conoscenza tradizionale, l’importante è la conservazione della propria Autenticità, il rimanere fedeli a sé stessi e l’agire in modo tale che la vita, che ci è stata affidata, si svolga nel modo più armonioso possibile.

Sino a qualche anno fa la scienza non spiegava, neppure attraverso ipotesi, le origini dell’Universo, d’altro canto veniva presa in considerazione la possibilità che tutto potesse essere frutto del caso.

Questo oggi non viene più neppure pensato, visto che, indiscutibilmente, l’Universo risulta regolato da un ordine immenso, dove sia l’infinitamente piccolo che il corrispondente grande appaiono sostenuti da leggi perfette.

Nella tradizione di tutti i popoli, l’Universo è generato dal Caos, risulta tuttavia necessario intendersi sul significato di questo termine, dato che il Caos primordiale è ben lontano, infatti, dall’idea di disordine che viene sottesa nel linguaggio comune moderno… anzi!

Nella lingua cinese, si parla di Hun Tun   e, per avere un’idea più vicina a ciò che si nasconde dietro queste parole, conviene analizzare i due ideogrammi che lo compongono.

Tutti e due, innanzitutto, comportano la chiave di Acqua forse per  evocare l’idea che la vita proviene da questo elemento.

Hun indica un uomo sopra una scogliera (anche se viene rappresentato sotto per motivi grafici) con, ad un livello più basso, il sole collocato al di sotto dell’orizzonte, ad esprimere il concetto di oscurità.

Tun      rappresenta una pianticella con la radice curva, stante ad indicare lo sforzo fatto per radicarsi.

 L’insieme potrebbe essere interpretato come lo sbocciare della vita nell’oscurità e nell’acqua.

Lie zi fa del caos uno stato di indifferenziazione preesistente alla creazione, in assenza di confusione e di disordine.

In questo stato di indifferenziazione sarebbe apparso, in un dato momento, un soffio, il soffio originale (yuan qi) che, con un movimento di espansione, avrebbe creato la separazione del chiaro e del leggero, dal torbido e dal pesante.

 In questo modo sarebbero originati il Cielo e la Terra, con la formazione di uno spazio mediano esteso fra i due, nel quale si sarebbero manifestate tutte le forme della creazione.

Questa descrizione potrebbe essere rappresentata anche in chiave numerologica: il Cielo corrisponderebbe al numero Uno, la Terra al Due e lo spazio mediano contenente i Diecimila esseri al Tre.

In questa visione del mondo, l’archetipo umano risulta formato dall’unione ierogamica (sacre nozze ) del Cielo e della Terra, in seguito, l’essere dovrà riprodursi trasmettendo le caratteristiche che costituiranno la sua specificità.

Il primo essere umano è stato formato dalla condensazione e dalla coagulazione dei soffi, aventi la loro origine nel macrocosmo; così come lo ha scritto Zhuang zi: “La vita è concentrazione di soffi (qi), quando i soffi si concentrano allora c’è la vita, quando si disperdono allora c’è la morte”.

Dal canto suo, la metafisica taoista mette all’origine dell’uomo una trinità energetica chiamata i “Tre Tesori”, composta da Shen, Qi e Jing che rappresentano emanazioni dal Cielo, dalla Terra e dallo spazio mediano.

L’unione di questi tre fattori darà luogo alla formazione della cellula primordiale dalla quale deriverà il corpo umano.

Prima di definire queste tre entità, conviene spiegare due espressioni che saremo portati spesso ad usare nel corso di questo lavoro, si tratta delle espressioni: “Cielo Anteriore” e “Cielo Posteriore”, in cinese Xian Tian e Hou Tian. Sono dei termini la cui origine è molto antica e che possiamo ritrovare già nell’yijing (libro delle mutazioni).

Secondo la sinologa Catherine Despeux, Xian Tian e Hou Tian designano lo stato noumenale (quanto è pensato o pensabile dal puro intelletto indipendentemente dall’esperienza sensibile ) e quello fenomenale, in altre parole ciò che sta prima della creazione e ciò che sta dopo; in alcuni contesti potrebbe anche trattarsi dello stato prenatale e postnatale.

Infine, per alcuni autori, questa terminologia starebbe a significare ciò che non ha forma e ciò che, invece, ne ha una.



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