
14 Set In Sudan storica svolta laica e passi avanti per le donne: stop a sharia e mutilazioni
Storica svolta laica in Sudan, dopo un lungo percorso finalmente grandi passi avanti per molti, stop alla sharia e alla mutilazione genitale femminile
Arriva dopo lungo percorso fatto di anni di scontri, proteste e violenze, ma finalmente, dopo quasi 40 anni dalla sua imposizione, nel 1983 ad opera del generale Al Bahir, finalmente in Sudan cade la legge islamica e si fa un grande passi avanti per il rispetto dei diritti umani, a seguito dell’abrogazione degli articoli del codice penale che incorporavano i precetti della sharia, la legge islamica, saranno abolite le leggi che negli ultimi decenni hanno causato discriminazioni e persecuzioni. Soprattutto nei confronti di donne, omosessuali e cristiani.
I cittadini avranno più tutele e libertà, per esempio verrà depenalizzato il reato di apostasia dall’Islam, e ciò significa che i Cristiani e gli appartenenti ad altre religioni non rischiano più la pena di morte perchè professano il proprio credo, un’altra novità prevede la possibilità per le donne di portare i pantaloni, azione che prima era punita con le frustate, ancora per quanto riguarda le donne, adesso non avranno più l’obbligo di viaggiare con la prescrizione del capo famiglia e potranno muoversi liberamente,
mentre per quanto riguarda l’omosessualità, è stata depenalizzata e non prevede più la pena capitale, imposizione precedente che era costata la vita a migliaia di omosessuali sudanesi, in aggiunta viene abolito anche il divieto di consumare alcoli, che potranno essere posseduti e consumati dai non musulmani ma non in pubblico.
L’abolizione della Sharia è una svolta storica per i paese dopo decenni di governi estremisti e dittatoriali, una svolta più laica e che tiene più in considerazione, rispetto a prima, le libertà personali di culto e i diritti delle donne, un cambiamento avvenuto dopo anni di lotte politiche e conflitti interni tra le fazioni estremiste che volevano mantenere questo tipo di legge e chi invece chiedeva un maggiore rispetto dei diritti umani.
Per esempio negli ultimi mesi, prima dell’approvazione di questa legge, studente, associazioni e donne, hanno organizzato proteste, sono scesi in piazza e fatto sentire la propria voce dopo decenni di silenzio.
Il primo passo avanti era stato annunciato qualche mese fa quando il governo aveva annunciato che praticare mutilazioni genitali femminili ed infibulazioni sarebbe diventato un reato in tutto il paese, punibile con il carcere sia per chi pratica l’atto che per i genitori stessi delle bambini costrette a subire queste torture, ( si stima che circa 8 bambine su 10 siano costretto a subire queste azioni atroci ), mentre il primo ministro del Sudan ha comunicato la sostituzione dei governatori militari con il personale civile, 18 governatori civili, tra cui due donne.
Il ministro della Giustizia Nasredeen Abdulbari, annunciando l’avvio del’iter di riforme che porterà all’applicazione delle nuove norme, ha spiegato che queste:
“garantiranno la libertà religiosa e l’uguaglianza dei cittadini, elemento doveroso per un Paese che ormai basa la sua azione sullo stato di diritto”