
07 Dic Il vicolo cieco: un libro che ci insegna a riconoscere quando è giusto insistere e quando è meglio mollare
Il vicolo cieco è un libro che aiuta a utilizzare bene la nostra risorsa più preziosa, ovvero il tempo
Perché lo consigliamo
È un libro piacevole, una lettura che scorre veloce, una specie di chiacchierata dell’autore (Seth Godin), che ci parla di quanto sia importante dare sempre il meglio in quello che facciamo. E per essere la miglior versione di noi stessi, è importante che ce la mettiamo tutta per realizzare i nostri talenti e fare ciò che ci piace, e ciò per cui siamo portati. E saper gestire bene il nostro tempo, che è limitato.
Perché è positivo
Il vicolo cieco è un libro che insegna a sentirci a nostro agio sia quando perseveriamo e teniamo duro pur di arrivare a un obiettivo, sia quando riconosciamo che la strada intrapresa non porta da nessuna parte, ed è meglio abbandonarla subito. Possiamo uscire vincenti da entrambe le situazioni, l’importante è dedicarci solo a quei progetti e obiettivi che sentiamo di poter realizzare. Non è un libro per incitarci a mollare, tutt’altro; però ci tranquillizza sul fatto che a volte rinunciare è necessario − e saper ammettere di aver preso la strada sbagliata ci fa solo onore.
A chi può piacere “Il vicolo cieco”
Questo libro è adatto a chi tende a rinunciare di fronte alle prime difficoltà e a chi non molla mai, come fossero due facce della stessa medaglia. Se sei una persona che non trova il coraggio di attraversare il fossato, quando è il momento, e buttare l’anima in quello che fa, questo libro potrebbe essere una lettura illuminante. E allo stesso modo, questo libro fa per te se sei uno di quelli che tengono duro sempre, costi quel che costi, per il timore di essere giudicati o di dovere stravolgere la propria vita. E pur di non cambiare − rimangono nel loro piccolo “vicolo cieco”.

Di cosa parla
L’autore, Seth Godin, è un famoso marketer americano, che ha scritto numerosi bestseller. Nel suo libro mette a disposizione la sua esperienza in ambito lavorativo e traccia una sorta di paragone tra quello che può accadere sia a livello professionale, sia a livello personale, nel percorso evolutivo di ognuno.
Accade sempre che ciò che facciamo si scontri con delle difficoltà e con delle sfide, e a quel punto si possono presentare due scenari: il fossato o il vicolo cieco. Il difficile è capire quando siamo di fronte all’uno, e quando all’altro.
Il fossato ci chiede di resistere, stringere i denti e mettercela tutta per arrivare dall’altra parte. Il vicolo cieco – come è facile immaginare − ci impone di lasciar stare, rinunciare senza indugio, perché quella strada non porterà da nessuna parte.
Il fossato si profila quando stiamo sperimentando qualcosa di nuovo e, dopo gli entusiasmi e i progressi iniziali, ci ritroviamo di fronte ai primi problemi. Ma il fossato non ci impedisce di vedere cosa c’è dall’altra parte, dove vogliamo arrivare. Sappiamo benissimo che la cosa giusta è attraversarlo, pur quanto dura possa essere. Un errore che facciamo spesso è quello di mollare di fronte al fossato. Il fossato, prima o poi arriva per tutti, sotto forma di clienti che ti abbandonano lasciandoti con un palmo di naso, di fidanzati che ti dicono che hanno bisogno di riflettere, di algoritmi troppo difficili da interpretare. Tutto evolve, tutto procede, tutto cambia e ci è chiesto in ogni momento di dare il meglio. A volte è più difficile − ed è qui che la maggior parte delle persone molla. Chi persevera, potrà ottenere risultati sorprendenti.
Un altro scenario che ci si può presentare è il vicolo cieco, ovvero una situazione che, anche dopo anni di impegno, sforzo, duro lavoro, non dà i risultati sperati. Non è difficile da riconoscere, è necessaria però una buona dose di sincerità con sé stessi, perché è certamente più comodo “non vedere” il vicolo cieco. Ma quando un lavoro, una relazione, un hobby non ti porta da nessuna parte, non evolve insieme a te e non favorisce il tuo sviluppo e la tua crescita, è chiaro che è un vicolo cieco!
In ambito lavorativo, il fossato è necessario per portarti dalla condizione di principiante a quella di professionista, di esperto nella tua materia. Il vicolo cieco, invece, è lo scenario che si presenta quando si lavora e basta, senza che la situazione migliori o peggiori. In una specie di stallo senza fine, continuiamo a girare nella nostra ruota come criceti. Scegliere di abbandonare il vicolo cieco è una decisione coraggiosa quanto decidere di attraversare il fossato. Dire basta a qualcosa che non ci arricchisce vuol dire liberare energia per fare cose importanti, di valore, che ci renderanno inevitabilmente più soddisfatti e gioiosi.
Ci sono momenti in cui bisogna dire basta e momenti in cui rifiutare di accontentarsi, tutto qui.